STUDIO DENTISTICO DOTTOR RAMELLA
CHIRURGIA
ORALE
Estrazione del dente del giudizio
I denti del giudizio o terzi molari o ottavi, sono gli ultimi denti che compaiono nella nostra bocca, maturando in genere verso i 18 anni. Sono poche le persone che possiedono lo spazio sufficiente per accogliere i denti del giudizio. In circa 9 persone su 10, almeno un dente del giudizio rimane coperto parzialmente o totalmente dalla gengiva.
Quando un dente del giudizio viene bloccato nel suo cammino di crescita nella bocca, si definisce ottavo incluso. I problemi che derivano dall’inclusione totale o parziale di un dente vanno dal dolore, al gonfiore, al danno ai denti vicini (nei casi più lievi), fino alla formazione di cisti nei casi più gravi.
Nel caso dei denti del giudizio inferiori, la posizione può essere in stretta vicinanza con il nervo mandibolare, ciò crea maggiori rischi di lesione al nervo durante l’estrazione. Per questo motivo, l’estrazione del dente del giudizio è un intervento più difficile e più tecnico di quello degli altri denti, a volte può richiedere uno specialista in chirurgia maxillo facciale.
Il segreto del corretto trattamento sta nell’esaminare attentamente le radiografie della bocca e se necessario, eseguire una TAC.
Il chirurgo può capire se il dente può causare problemi nello sviluppo futuro e quindi consigliare la rimozione prima che il dente sia arrivato alla maturazione finale. L’estrazione nei pazienti giovani è molto più facile, perché le radici del dente non sono ancora sviluppate e perché l’osso circostante il dente è meno denso. Occorre perciò che lo specialista esamini attentamente le radiografie per capire se il dente può causare problemi nello sviluppo futuro e quindi consigliare l’estrazione prima che il dente sia arrivato alla maturazione. Dopo l’intervento generalmente il paziente manifesta un po’ di dolore e di gonfiore nella zona operata.
Innesti OSSEI
Le più moderne tecniche rigenerative si basano sull’utilizzo combinato di innesti di osso autologo e ed eterologo. Questo materiale d’innesto costituito da una miscela di osso autologo ed eterologo presenta grandi vantaggi quali: la riduzione del quantitativo di osso prelevato al Paziente stesso e una maggiore stabilità dell’innesto in termini di tempo.
Una ridotta quantità di volume osseo non impedisce di ricorrere all’implantologia. Aumento osseo un intervento di rutine.
Gli impianti devono essere ancorati all’osso mascellare propio come i denti naturali. Se il volume osseo non è sufficiente (immagine n. 1), è comunque possibile ricorrere all’implantologia con l’aiuto di un trattamento che prende il nome di aumento osseo (immagine n. 2), una tecnica attualmente impiegata per incrementare il volume.
GLi innesti ossei più utilizzati sono:
- Innesti di Osso Autologo: si tratta di innesti di osso che vengono prelevati allo stesso paziente contemporaneamente all’intervento di rigenerazione;
- Innesti Eterologhi (Bio-Oss®) o Alloplastici: possono essere innesti ossei di specie diversa, decalcificati e liofilizzati, oppure materiali riempitivi inerti. Solitamente vengono utilizzati in associazione agli innesti di osso autologo per aumentare il volume.
Le Tecniche di Rigenerazione Ossea Guidata prevedono l’uso di membrane (riassorbibili o non riassorbibili) che posizionate sopra al sito da rigenerare lo isolano dai tessuti connettivali creando un effetto tenda che permette alle cellule dell’osso di colonizzare questo spazio.
Rialzo del seno mascellare
Il rialzo del seno (sinus lift) è una procedura chirurgica eseguita per aumentare la quantità ossea a disposizione nell’arcata superiore della bocca che in conseguenza di estrazioni dentarie multiple e malattia parodontale cronica è andato incontro ad atrofia. Tale aumento di volume osseo si rende necessario quando non è possibile inserire in modo tradizionale gli impianti o si ha bisogno di volumi ossei adeguati affinché gli impianti che vengono inseriti abbiano una lunghezza e un diametro sufficienti.
Il termine “rialzo di seno” è dovuto proprio al fatto che i seni mascellari vengono spostati in alto mediante scollamento della membrana sinusale. Lo spazio che ne deriva viene occupato dal materiale di innesto che ripristina i volumi e darà inizio a fenomeni di rigenerazione ossea a partenza dal coagulo ematico, così da permettere una neoformazione ossea a distanza di sei mesi e la stabilità degli impianti.
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